30 novembre 2006

Ciak... si gira!




E fu così che domenica siamo andati a curiosare sul set del film "Inkheart", del regista Ian Softley.
Naturalmente le riprese erano nel loro giorno di riposo e sono riuscita a fare pochi scatti (non fate caso alla faccia di Antonio, non era ubriaco... giuro!), ma gli altri più suggestivi li trovate qui.
Per il resto... che dire...
Sotto una pioggia leggera (vera), neve e nebbia (finte) Entracque ha dimenticato le sue radici occitane per trasformarsi in un villaggio tedesco delle Alpi. Il macellaio è diventato un ristorante tipico («Typische Kuche»), la panetteria una libreria antica, la tabaccheria un negozio di sci.
"Inkherat", il cui costo è di "soli" 60 milioni di dollari, sarà pronto per il Natale 2007 ed è tratto da un romanzo per ragazzi della tedesca Cornelia Funke. Racconta la storia di Meggie e del padre Mo che, quando leggono ad alta voce, fanno «uscire» i personaggi dalle pagine dei libri rendendoli reali.
Leggendo qui e là ho scoperto qualche informazione utile: la troupe è arrivata in piena notte e ha iniziato a scaricare e montare. Il paese è diventato un cantiere: decine di camion e camper e mentre si gira in una via, nell’altra si montano insegne di legno già pronte per coprire quelle vere, si sistemano lungo le strade auto vecchie di 40 anni, la neve è simulata con carta bagnata, polistirolo e cotone sui davanzali, il ghiaccio con del silicone; gli operai hanno «invecchiato» i muri con cartavetro e calce grigiastra. Gli attori sono inglesi e americani, la maggior parte delle comparse di Roma: nei giorni in cui hanno girato, sono stati radunati tutti nel bar in fondo al paese, sempre a disposizione, e avevano il divieto assoluto di parlare con i cronisti.
La paga delle comparse non è male, non fosse per gli orari assurdi: per 80 euro al giorno bisogna essere disponibile dalle 5,30 di mattina al tramonto.

25 novembre 2006

Pubblicità progresso


Oggi ho deciso che vi faccio una "capa tanta" sulla Fondazione del Banco Alimentare.
In confidenza, le cose che ho sentito di più in questi anni sono state: "Eh, ma le cose che compriamo non sappiamo dove vanno a finire", "E' tutta una manovra del governo per fregarci altri soldi", "Mi dispiace, sono disoccupato", "Non me ne frega niente perchè va tutto a finire agli extracomunitari".
Cosa rispondiamo? Che se nessuno si informa, non si verrà mai a sapere che fine fanno queste tonnellate di prodotti. Che nella mia città, esiste un'associazione, la Caritas, che si impegna a donare a chi si trova in situazioni di difficoltà una parte di questi alimenti.
E badate bene, che chi si trova in difficoltà tante volte non è l'albanese, il nigeriano o il marocchino di turno, ma magari il nostro vicino di casa, anziano, piemontesissimo. Ma noi siamo così ciechi e ignoranti che giudichiamo tutto e tutti senza nemmeno informarci.
Anche questa è l'Italia...

18 novembre 2006

Genova per noi

Con quella faccia un po' così,
quell'espressione un po' così,
che abbiamo noi prima di andare a Genova...

E così fu che domenica scorsa, la "festeggiata" torinese è riuscita a radunare 31 personaggi provenienti da tutta Italia in quel di Genova.
Un grazie sentito all'organizzatora, al navigatore, alla frase "A Roma c'è tutto!", al Leccone Papale, alla caldissima giornata, all'ottimo ristorante.
E poi, ai partecipanti... vederli una volta all'anno è davvero troppo poco, in un giorno si possono stabilire i contatti, ma i discorsi, le parole, i dialoghi non è possibile affrontarli con tutti.
Ho visto sorrisi, occhi felici, facce amiche, è stato come sempre un trovarsi insieme a persone che considero speciali, che nonostante la distanza e il poco tempo, nonostante il fatto che sia difficile mantenersi in contatto, quando ci si vede è come essere in una grande famiglia, la mia famiglia del ng.
Grazie di cuore! Anche da parte di Marco

11 novembre 2006

Il senso della vita

Ieri sera, al rientro da una serata di prove per uno spettacolo, prima di andare a letto, ho acceso la tv per vedere le proposte di mamma Rai e cugina Mediaset e mi sono imbattuta nel programma di Bonolis.
La visione di quel volto ha attirato la mia curiosità e la sua storia mi ha lasciata interdetta e turbata.
Younas Fakhra è una donna come tante, che non ha colpe e che adesso lotta perchè quello che è capitato a lei non capiti più ad altre donne.
Ma la lotta di queste donne è una lotta silenziosa, una lotta di sofferenza, la sofferenza nel guardarsi allo specchio ogni mattina, il fatto di accettarsi e far sì che l'apparenza sia un ostacolo da superare.
Per me che la vedo da un mondo così diverso dal loro, è una guerra che mai avrei immaginato di vedere, davvero, mi ha lasciata storidita, spiazzata.
Ma in che mondo viviamo?
C'è un limite alla stupidità e alla brutalità umana?
A questa, come ad mille altre domande collegate non riesco a rispondere.
So solo che in questo periodo mi sento abbastanza schifata da quello che vedo attorno a me...

01 novembre 2006

Hey Giò!


01/11/2000 - 01/11/2006

We turn away to face the cold, enduring chill
As the day begs the night for mercy
Your sun so bright it leaves no shadows, only scars
Carved into stone on the face of earth
The moon is up and over One Tree Hill
We see the sun go down in your eyes
...
Oh great ocean, oh great sea
Run to the ocean, run to the sea

One Tree Hill